Negli ultimi anni, il femminismo è tornato al centro del dibattito. Su Instagram, e sui social in generale, molte persone si sono spese per raccontare cosa (non) significasse questa parola. E sebbene l’idea che uomini e donne siano uguali non dovrebbe sembrare così stravagante e divisiva, ci sono ancora persone refrattarie a questo concetto.
Per questo, il fatto che i brand prendano parola per prendere posizione e dichiarare i propri intenti è un passo da accogliere con gioia. Se anche Lego parla di parità di genere, allora forse il femminismo non è più una parolaccia, ma un tema di cui discutere.

In questo panorama, sempre più aziende si dichiarano femministe ma quante lo sono davvero?
Cosa vuol dire essere femministi
Il femminismo include tanti valori, come la parità di genere e salariale per citarne alcuni, e se intersezionale si occupa tanto di donne quando di uomini, di razzismo, di disparità di classe. Di tutte le persone in generale insomma!
Nel corso del tempo, i brand si sono impegnati sempre di più nelle questioni sociali, per prendere posizione e posizionarsi. Dichiararsi femministi vuol dire mettere al centro i valori di parità e uguaglianza, concetti molto cari ad alcune persone (generazione Z e X all’ascolto!).
Ma non sempre dietro a queste iniziative c’è davvero la volontà di cambiare le cose e migliorare la situazione, generando il fenomeno del pink washing.
Per questo è importante saper valutare la veridicità delle dichiarazioni dei brand, soprattutto se multinazionali sparse per il mondo.
Due tecniche per riconoscere un brand femminista
Esistono molte tecniche per capire per riconoscere un brand femminista, alcune più articolate di altre che richiedono un grado differente di impegno e di analisi.
- La prima tecnica consiste nel porsi le domande giuste.
- La seconda è ancora più semplice: basta Chrome!
DOMANDE SCOMODE
Ecco alcune domande da farsi per capire se un brand è davvero femminista :
- L’azienda o brand assume persone diverse all’interno del team?
- L’azienda o brand paga in modo equo sia uomini che donne?
- L’azienda ha oggettificato le donne all’interno delle proprie campagne?
Se il brand in questione risponde di sì alla maggior parte delle domande, allora congratulazioni! È molto probabile che l’azienda sia effettivamente femminista.
Se la risposta dovesse essere no, thank you, next.
Come dice Katie Martell, per me regina indiscussa del marketing femminista, per scoprire la verità bisogna fare domande scomode.

Ma lo so, tutte queste informazioni non sono facili da reperire, e spesso manca il tempo materiale per trovare le risposte. Ecco perché c’è un metodo ancora più semplice per riconoscere un brand femminista.
CHROME
Internet è un posto meraviglioso e tra le tante meraviglie che nasconde c’è anche Gender Fair!
Gender Fair è un’estensione di Google Chrome con una missione bellissima: Make it Simple.
Aggiungendo l’estensione al proprio motore di ricerca, Gender Fair farà per voi un’analisi per valutare come l’azienda tratta i propri dipendenti e quali sono le posizioni circa l’uguaglianza di genere e il femminismo più in generale.
Gender Fair ha un’unica pecca: non ci sono moltissimi brand valutati.
Ma non disperiamo! Più diffondiamo questa estensione, più sarà facile per Gender Fair recensire e fornire informazioni su altri brand. Insieme siamo più efficienti!